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Observatoire de Paris
Pianeti extrasolariCoRoTLezioniStrumentidatabase
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Se nel sistema solare si possono inviare delle missioni che faranno delle analisi in situ o addiritura che riporteranno a Terra dei campione per analizarne la struttura biochimica, nel caso dei pianeti extrasolari si è ridotti a fare del telerilevamento. Quest’ultimo puo essere sotto diverse forme:

  • analisi di “segnali” radio o ottici: è il metodo dei programmi “SETI” (Search for ExtraTerrestrial Intelligence) che non commenteremo più a lungo.
  • analisi polarimetrica dei pianeti extrasolari. Questa via non è per il momento utilizzata.
  • analisi spettrale dei pianeti extrasolari. E’ il metodo il più elaborato, che svilupperemo qui di seguito.

Esistono due approcci per scoprire un attività biologica nello spettro di un pianeta: l’analisi spettrale della sua superficie o quella della sua atmosfera.

Vegetazione

Un approccio diretto consiste nel cercare di rivelare direttamente degli organismi alla superficie del pianeta grazie alle loro proprietà spettrali. Un esempio è di cercare un analogo delle caratteristiche spettrali di una vegetazione che rivela un potere riflettente molto alto al disopra di 725 nm (perchè le piante emettono 60 volte più luce nell’ infrarosso che nel verde).

Ossigeno-ozono

Invece di rivelare direttamente lo spettro della luce riflessa dagli organismi simili alle piante, si puo cercare di rivelare dei sotto-prodotti non biologici di un attività biochimica. E’ il caso per esempio dei gas iniettati nell’ atmosfera come l’ossigeno (sotto-prodotto della fotosintesi) o il metano (sotto-prodotto della decomposizione degli organismi). D’altronde l’ossigeno stesso ha come sotto-prodotto l’ozono che si puo ugualmente cercare a rivelare.