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Il telescopio di Arecibo
figures/arecibo.jpg
Credito : NAIC / NSF

Bisogna aspettare di risolvere l’equazione di Drake per ricercare attivamente l’esistenza di vita extraterrestre ? Basandosi sul fatto che “il movimento si trova camminando”, gli iniziatori del progetto SETI ("Search for Extra-Terrestrial Intelligence") ritengono di no, e che bisogna iniziare / proseguire le ricerche anche se non si è sicuri che ci sia qualcosa da cercare.

Il progetto SETI si fonda sull’universalità delle leggi ficiche (confirmate dalle osservazioni astronomiche), e sul fatto che se le diverse probabilità Pxxx che intervengono nell’equazione di Drake sono vicine a 1, allora Nciv è dell’ordine di T e puo’ dunque essere molto grande.

Le ipotesi di base di questo progetto sono le seguenti:

  • la vita, l’intelligenza e la tecnologia sono una tendenza generale dell’evoluzione, e sono dunque frequenti nella nostra Galassia ( e nell’Universo)
  • il tempo di apparizione della vita intelligente su un pianeta adatto è molto inferiore all’età della Galassia (“mediocrità temporale”, opposta all’interpretazione “antropica”)
  • non esiste una Superscienza (viaggio hyperspaziale...), cioè che la velocità della luce è un limite per il viaggio spaziale
  • delle creature intelligenti esploreranno la Galassia avendo per obiettivo la ricerca pacifica di scambio d’informazioni attraverso le telecomunicazioni
  • esiste un “club Galattico” benevolo, accogliente e pronto ad aiutare nuovi membri alla tecnologia emergente

Il metodo di individuazione scelto inizialmente fa uso delle onde radio : si tratta di un supporto elettricamente neutro (dunque con propagazione rettilinea indipendente dai campi elettrici e magnetici galattici), stabile rispetto al tempo (contrariamente alla radioattività), molto penetrante nello spazio (contrariamente alle onde luminose rispetto alle polveri), facile da produrre e da rivelare (contrariamente ai neutrini e alle onde gravitazionali). Si puo’ dunque supporre (ma è una scommessa!) che le onde radio siano il metodo scelto dagli extraterrestri per comunicare.

Ci si è inizialmente posti la domanda di sapere a quale frequenza radio ascoltare le emissioni. Attualmente, il problema della scelta della frequenza è aggirato con l’uso di ricevitori radio molto sofisticati associati a numerosi computer (con il programma SETI@Home) che permettono di “ascoltare” milioni di frequenze alla volta. Si cercano segnali particolari (a banda stretta per esempio) che potrebbero essere interpretati come artificiali. Basterà in seguito decodoficarli...

L’utilità di SETI è sempre stata molto controversa tra gli scienziati. Dopo una ventina d’anni di ricerca (senza successo, ma è peggio che cercare un ago in un pagliaio), il congresso americano ha deciso di “tagliare i viveri” di SETI. Gli scienziati implicati si sono rivolti a mecenati privati, e riescono cosi’ a raccogliere i 10 milioni di dollari all’anno necessari per proseguire la loro ricerca.

Le ricerche attuali proseguono le osservazioni radio, con delle grandi reti d’antenne poco costose (come la rete di telescopi Allen), e osservazioni ottiche. La ricerca in ottica suppone che ci siano inviati direttamente degli impulsi laser molto brevi, mentre non è necessario che le emissioni di onde radio siano dirette verso di noi. Ma l’invio dei segnali mirati richiede meno energia, e potrebbe dunque essere la soluzione scelta dagli extraterrestri.

Il successo, anche se si trattasse di una sola individuazione confermata di segnali artificiali d’origine extraterrestre, avrebbe sicuramente delle implicazioni enormi sull’umanità. Oltre alle reazioni descritte nel film “Contact”, permetterebbe di rifiutare la maggior parte degli argomenti contro la vita extraterrestre dati nella parte precedente, e di avere una migliore idea dei valori delle probabilità dell’equazione di Drake !