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Una volta ammesso, il metodo biochimico qui sopra descritto permette di precisare in quale tipo di pianeta ci si puo’ aspettare di incontrare vita biologica. Perchè quest’ultima possa prosperare, sono richieste un certo numero di condizioni. Queste condizioni sono generalmente ammesse dagli astronomi, che restano aperti a differenze e a varianti.

La condizione principale è che deve esserci un mezzo liquido perchè avvantaggia enormemente il trasporto dei materiali necessari a un attività biochimica.

L’acqua è un liquido a priori promettente perchè è uno dei più abbondanti nell’Universo (gli altri sono per esempio l’alcool; il metano e l’ammoniaca che possono ugualmente trovarsi allo stato liquido, ma a temperature molto più basse). L’acqua presenta inoltre il vantaggio di essere uno dei migliori solventi, il che favorisce le reazioni e gli scambi biochimici. Si è cosi portati a favorire le circostanze che permettono la presenza d’acqua liquida.

Nell’ambito dei concetti termodinamici tradizionali, un’altra condizione universale è la necassità di una sorgente d’energia “nobile” (cioè sotto forma non termica) a entropia molto bassa, che deve anche essere permanente perchè una sua eventuale interruzione condurrebbe alla distruzione degli organismi. La migliore sorgente d’energia permanente, abbondante e di bassa entropia conosciuta al giorno d’oggi è la radiazione delle stelle.

Il migliore luogo indentificato al giorno d’oggi dove si trovano sia acqua liquida che una sorgente permanente e intensa di luce è un pianeta situato a una distanza della sua stella tale che la temperatura superficiale sia di circa 300 K. In più deve essere abbastanza massiccio per impedire all’acqua di sfuggire dall’attrazione del pianeta, ma non troppo altrimenti l’acqua sarebbe confinata negli strati profondi e senza luce di un’atmosfera di idrogeno (quest’ultimo punto rimane oggetto di discussione). Si è cosi’ portati a cercare con priorità la vita biologica su un pianetà la cui massa vale 1 o più masse terrestri, situato a una distanza dalla sua stella compresa fra 0,2 u.a. (per le stelle di tipo M) e 1,5 u.a. (per le stelle di tipo F), (anche se i satelliti giganti ricchi in acqua e riscaldati grazie ad effetti di marea come Europa sono ammissibili). Questa distanza critica, dipendente dal tipo di stella, definisce quello che si chiama la zona abitabile della stella.